Generalmente gli articoli ed i testi sul Tai Chi Chuan iniziano con una collocazione storica di questa arte marziale, del contesto nel quale si è sviluppata ed offrono al lettore una brevissima introduzione al Taoismo. Oppure si spendono decine di pagine sulle discendenze dei maestri e sugli stili, le scuole, le armi, le sfide leggendarie, cercando di capire chi, quando e dove è stato fondato il Tai Chi. Di certo sappiamo che nell'antichità i cinesi, vista l'importanza che attribuivano alla legittimazione genealogica, "usavano antedatare di secoli e a volte di millenni gli usi, i costumi o i testi di cui si voleva affermare l'autorità"(1).
Altre volte invece si legge al riguardo dei benefici derivanti dalla pratica di quest'arte, delle sue proprietà terapeutiche o comunque del suo effetto positivo sulla salute dell'organismo.
Cos'è il Tai Chi Chuan
Raramente viene esplicitato che il Tai Chi Chuan è una disciplina interna. Con disciplina intendiamo sottolineare che lo studio del Tai Chi richiede applicazione e costanza quotidiana. Ma qual è il significato che dobbiamo attribuire alla parola "interna" che contraddistingue questa categoria di pratiche? Per poter rispondere a questa domanda occorre analizzare prima quale dovrebbe essere il percorso di apprendimento cui è soggetto il praticante.
All'inizio, o meglio prima dell'inizio, chi si avvicina alla pratica del TCC, probabilmente attratto da qualche avvincente informazione al riguardo, si inscrive ad un corso, dopo essersi informato più o meno attentamente sullo stile praticato, sugli orari e quant'altro. Da quel momento però ha compiuto una scelta che dovrà onorare con la disciplina che, mano a mano, la responsabilità della scelta richiede. Si inizia a rapportare con "l'esterno" della pratica, con i suoi compagni di corso, con l'insegnante e con il primo strato interno, le difficoltà alla coordinazione, l'uso consapevole del corpo, le difficoltà nella esecuzione delle forme.
Questo è un momento piuttosto delicato in cui si ha l'opportunità di confrontarsi con l'immagine che abbiamo di noi stessi e con il modo in cui ci poniamo di fronte agli insuccessi, alle difficoltà, alla condivisione del nostro percorso con un gruppo "...se l'occidentale è subito scoraggiato dallo sforzo di memorizzazione, vuol dire che non ha capito che la cosa più importante non è il risultato, bensì il gesto in se stesso e l'attenzione che vi si deve dedicare. Quest'attenzione non deve essere uno sforzo, ma un'apertura su una percezione differente delle cose. La concatenazione (sequenza, forma N.d.A.) non è che il supporto per un lavoro in profondità sul corpo e sullo spirito"(2).
Le posizioni del Tai Chi Chuan
Le posizioni, le camminate e i movimenti delle forme mettono il nostro corpo di fronte a schemi locomotori e posturali inediti e là dove il nostro carattere aveva modellato delle forme che conferivano individualità al movimento, ora si scorge la limitazione di tali scelte, di tali "abitudini" com-portamentali. Rimuovere simili barriere porta, a livello mentale, all'apertura a nuovi spazi. A questo riguardo il TCC, visto alla luce della Medicina Tradizionale Cinese di cui ne è parte(3), è una disciplina che interviene soprattutto sul Polmone e sulla sua fase. Infatti è l'anima (Po) del Polmone ad essere sede della memoria dell'apprendimento somatico, che necessita di continue ripetizioni, con il corpo.
E' un aspetto psichico che quindi ha notevole inerzia e "…le modifiche del Po avvengono in tempi molto lunghi, la decodificazione è lenta e faticosa ma i risultati, una volta ottenuti tendono ad essere duraturi. Il Po è quindi da un lato, grande forza a nostra disposizione, da usare adesso per modificare ciò che il Cuore ci suggerisce di cambiare, e dall'altro è un potere, quasi sovrastante per il suo accumulo passato, che (troppo spesso N.d.A.) vincola pesantemente il nostro agire"(4).
Altri stimoli potrebbero giungere dall'avvicinamento al pensiero taoista (o più in generale cinese) che comunque è il fondamento della teoria, della pratica e dei movimenti del TCC. Generalmente per un occidentale tale incontro costituisce una possibilità di ampliare il modo di interpretare la realtà, di riconoscerne le leggi e gli schemi di organizzazione. E' una opportunità incredibile perché ci può far riconoscere che il nostro schema interpretativo non è l'unico ma soltanto una delle possibili griglie concettuali di lettura della realtà.
L'attenzione si inizia a spostare dal generale al particolare dalla massa al singolo, dal sostanziale all'insostanziale. Anche la pratica in sala prevede esercizi in cui l'attenzione si porta all'interno, nell'esecuzione di esercizi di coordinamento, di respirazione, di visualizzazione. In particolare gli esercizi di respirazione richiamano in causa il Polmone, il quale, oltre ad essere naturalmente coinvolto nella respirazione, in Medicina Tradizionale Cinese è anche la capacità di portare dentro in senso lato, è introspezione.
La pratica dei movimenti, nel tempo, risulta sempre più complicata e l'insegnante corregge fino al più impercettibile particolare le posture e i movimenti dell'allievo; praticare la forma ricalca l'impronta già tracciata da ogni maestro e da ogni praticante di Tai Chi fino ad oggi e rivive in ogni sua ripetizione. Nel frattempo le posizioni, i movimenti, le respirazioni, ma soprattutto le possibilità di pensiero, di interpretazione della realtà che vengono fornite dal percorso intrapreso aiutano a migliorare il funzionamento del nostro organismo e favorire il mantenimento della salute.
Infatti durante la pratica un' attenzione particolare è rivolta al controllo e alla connessione delle varie parti del corpo. All'inizio per controllo si intende soprattutto coordinamento muscolare, o del respiro rispetto al movimento, ma con il tempo il controllo si estende al pensiero e all'atteggiamento interiore. Ormai anche in molte scuole occidentali si sottolinea la necessità di realizzare un continuum di connessione corpomente del praticante che investe sia la postura ed il movimento, che il suo stato mentale durante l'esecuzione della forma.
"In ogni azione il corpo deve essere leggero e agile. Si deve sentire che ogni articolazione del corpo è collegata alle altre in modo da formare un'unità integrata…"(5)"...Il Ching (leggerezza) non si riferisce soltanto ai movimenti esterni ma anche al controllo della mente. Il Ching mentale è usato per controllare il Ching che si rivela nel movimento...il principale scopo del Tai Chi Chuan è di coltivare la sensitività interiore piuttosto che di sviluppare la forza esterna. La sensitività si facilita riducendo la forza e la tensione muscolare... Lasciate che i movimenti siano leggeri e naturali come nuvole che attraversano il cielo..."(6).
Esercizi di Tai Chi Chuan
Un esercizio spesso praticato nell'allenamento è la spinta con le mani o Tui Shou; in questa forma due praticanti si fronteggiano portando a contatto i loro avambracci (7) e, mantenendo i piedi immobili e ben radicati al terreno, coinvolgono tutto il resto del corpo in un movimento di continua rotazione, in un'alternanza di spinte e di parate. Gli allenamenti a due di Tui Shou ci permettono, come ad uno specchio, di osservare i nostri errori. Il combattimento diventa quindi solo un test del nostro equilibrio interiore (ed esteriore), della nostra capacità di seguire l'altro, di aderire, di sentirlo senza opporsi. "Cedere e guidare" diventa, una regola nel corpo e quindi nella mente.
"Per la maggior parte delle persone è impossibile avere un corpo rilassato e arrendevole accompagnato da un sentimento di risentimento o di rifiuto interiore per quello che sta accadendo. Lo stato emotivo si rivela nei muscoli e nei nervi, negli atteggiamenti e nell'attitudine generale, malgrado il desiderio del contrario. Questa lotta per la calma interiore e il non attaccamento è una delle ragioni per il quale il TCC è chiamato arte marziale interna. Se l'interno e l'esterno non corrispondono allora non è buon Tai Chi"(8).
La pratica del TCC pretende una costante riorganizzazione del proprio corpo durante il movimento, una continua ricerca di un equilibrio mai uguale. Questo è il motivo per il quale la pratica è estremamente lenta: il praticante , nella lentezza evidenzia le incertezze, i disequilibri. "L'esecuzione di Man (lentezza) può essere paragonata al guidare lentamente una bicicletta...nella sequenza il passo deve essere calmo, deliberato e continuo. Bisognerebbe fare in modo di camminare nell'aria, ed essere abili a fermarsi in qualsiasi momento...Movendosi lentamente si permette alla propria consapevolezza di dirigere il Chi nel Corpo"(9).
E' questo infatti il livello di controllo più interno della disciplina: la pratica parallela del Tai Chi Qi Gong porta a far aderire il pensiero al Qi, per dirigerlo consapevolmente all'interno del corpo, o fuori di esso. E' un livello molto elevato di pratica, che poche persone possono vantare di aver raggiunto, dai sicuri effetti terapeutici, ammesso che si abbia ancora bisogno di terapia!
La ricerca della qualità del movimento è la ricerca istante per istante della migliore soluzione possibile, che è quella che ci offre maggiori possibilità di scelta. Questo è forse il punto più importante del TCC. In molte arti marziali infatti spesso si predeterminano alcune forme, alcuni schemi di reazione. Queste dinamiche nel TCC sono assenti perché alla ripetizione coatta di movimenti e di schemi mentali si contrappone la continua ricerca del punto di osservazione più libero ed indipendente, che ci permette di agire in base alle proprie scelte, libere dalle costrizioni imposte dall'avversario, dall'esterno. All'interno del proprio spazio fisico e mentale i movimenti si riorganizzano istante per istante sentendo le eventuali forze esterne, inglobando queste nel proprio equilibrio, nel proprio peso; il corpo si rimodella cercando un nuovo punto di libertà, di possibilità di movimento e di azione. Nel TCC prevale la strada della libertà, della scelta, della non ripetizione coatta, della non opposizione.
Ed ecco che la pratica della forma (di qualsiasi stile) non è la ripetizione sempre identica di movimenti tramandati ed imparati a fatica e "congelati", ma diviene il banco di prova di continui aggiustamenti del sistema mentecorpo, il "capolavoro" in cui tutto il lavoro preparatorio deve funzionare tutt'insieme, adesso.
Note Biografiche
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