Effetto dello shiatsu sul sistema vascolare
La digitopressione porta un riflusso maggiore di sangue e di conseguenza di ossigeno al muscolo, che essendo in uno stato di contrattura è deficitario di ossigeno; lo shiatsu ripristina quote aerobiche che erano venute a mancare e che sono indispensabili al muscolo per la dispersione dell'acido lattico.
Nel corso di una terapia si evidenzia facilmente un arrossamento cutaneo che è l'espressione di una dilatazione dei vasi sanguigni cutanei che hanno la capacità di variare anche considerevolmente il loro flusso di sangue.
Aggiungo inoltre che la stimolazione del simpatico (ortosimpatico) aumenta la pressione arteriosa e la frequenza dei battiti cardiaci; la stimolazione del vago (parasimpatico) invece determina ipotensione e brachicardia. L'intero sistema regola la permeabilità dei capillari.
L'equilibrio di questi due componenti migliora dunque le condizioni generali dei pazienti trattati con la tecnica shiatsu, per l'intervento riflesso anche su gli organi interni.
Effetto dello shiatsu sul sistema articolare
Le pressioni vanno direttamente a sollecitare ed immobilizzare la colonna vertebrale, in particolare le articolazioni intervertebrali ed i manicotti muscolari paravertebrali. Tali mobilizzazioni sono molto importanti poiché l'articolazione è un dispositivo fatto per muoversi, solo dal movimento dipende il giusto equilibrio dell'articolazione stessa, la sua corretta vascolarizzazione e lubrificazione.
Se essa è costretta all'immobilità o ipomobilità per patologie che la interessano direttamente che interessano strutture ad essa direttamente collegate, il sangue non circola più in maniera efficace e di conseguenza non vengono portate prodotti nutritivi e non vengono smaltiti in maniera ottimale i prodotti di rifiuto. Tutto ciò può causare un deperimento a carico dell'articolazione che a lungo cronicizza.
La pressione shiatsu provoca una decoartazione delle superfici articolari, e permette alle strutture articolari di riprendere il normale movimento.
Effetto dello shiatsu sulla propriocettività
Il nostro cervello ha conoscenza delle parti del nostro corpo nello spazio attraverso recettori che in continuazione gli mandano delle afferenze informative. Tali recettori sono stimolati solamente se c'è movimento, se invece l'articolazione non si muove, tali recettori non vengono più stimolati e di conseguenza il cervello non riceve più informazioni relative alla postura.
Questo è più specifico a livello di colonna; siamo dritti e sappiamo di esserlo perché le vertebre si muovono ed i propriocettori funzionano (o sappiamo di essere storti per lo stesso motivo), ma se rimaniamo storti a lungo, si creano delle tensioni muscolari che impediscono ai propriocetori interessati in questa zona di ipomobilità fisica, scaricando informazioni a livello del cervello e quindi non ci si rende più conto di essere storti (es. lo scoliotico dopo un bel po' di tempo non si rende più conto di essere storto perché la sua propriocezione non funziona più).
Bisogna quindi recuperarla inizialmente mediante la pressione shiatsu effettuata sui punti ai lati della colonna vertebrale ed anche con movimenti specifici.
Effetto dello shiatsu sul sistema neurovegetativo
Come già espresso in precedenza il sistema neurovegetativo è costituito da due componenti simpatico e parasimpatico.
La stimolazione del primo aumenta la pressione arteriosa e frequenza dei battiti cardiaci, la stimolazione dell'altro determina ipotensione e brachicardia, uno eccita e l'altro inibisce. Ogni nostra viscere, ogni elemento del nostro corpo riceve entrambi le componenti che sono in equilibrio dinamico. In determinati frangenti, potrebbe scaricare più il simpatico che ilo parasimpatico; dopo l'azione ci dovrà essere il riposo per permettere al parasimpatico di recuperare.
Questo riposo dovrà essere tanto maggiore quanto più grande sarà stato l'impiego del simpatico durante l'azione; se così non fosse avremmo uno squilibrio notevole a livello neurovegetativo ed emozionale, le cosiddette neurodistonie.
Qualora non vi fosse un giusto riposo il muscolo rimane in tensione e l'organismo in predisposizione alla continua azione. Quando il tutto si ripete più volte al giorno (per fare un esempio se la nostra Emotività è tale da censurare l'esplicazioni di azioni abbastanza ordinarie), lo stato di tensione sarà tale per cui il simpatico agirà eccessivamente ed il vago rimarrà in condizioni di costante abbassamento rispetto al simpatico.
Quando questo stato di tensione massimale di ipereccitazione dell'organismo arriverà all'eccesso saremo portati a far fare qualsiasi cosa. Paradossalmente non si avrà bisogno di riposare non si sentirà la fatica e qualora volessimo riposare non ci riusciremmo fino ad arrivare allo stress funzionale della componente simpatica, cioè eccitatoria. Dalla tensione massimale scatterà l'altra componente: la parasimapatica. Dalla tensione massimale, quindi, si arriverà alla mancanza di forza assoluta, alla depressione più nera. Si avrà un bilanciamento di due limiti estremi opposti; il classico esaurimento nervoso, dallo stress alla mancanza di forza totale.
L'azione dello Shiatsu in questi termini si pone come azione riflessa periferica a livello dei gangli di emergenza del neurovegetativo di tutta la catena simpatica e parasimpatica. Esercitando una pressione sui gangli del neuro vegetativo non facciamo altro che scaricare l'impulso che viaggia, permettendo a tali gangli di scaricarsi e ripartire da zero. Di conseguenza diamo all'organismo la possibilità di ricaricarsi in maniera più adeguata, più equilibrata. Non immediatamente, ma già dopo due/quattro sedute, gli effetti arrivano.
Tal volta dovendo la scarica viaggiare perifericamente ed arrivare al viscere, può accadere che inizialmente si abbia un accentuazione di patologia; cioè il viscere potrebbe stare ancor peggio. Superata, però, la crisi il paziente avvertirà i benefici della terapia e del suo sistema neurovegetativo ricomincerà ad essere in equilibrio.
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