Il Provocatore è stato scritto a quattro mani da due fratelli che in passato si sono scontrati imputandosi a turno di essere provocati. Proprio come succede ad ogni essere umano: ritenersi vittima (e difficilmente identificarsi nelle vesti del carnefice). In quest’opera emerge il confronto della tematica dell’amore con quella del male, ponendo l’attenzione sulla decisiva funzione religiosa che la dinamica amorosa è in grado di assumere. L’amore è il mezzo con cui il bene si realizza ed è collante che tutto tiene, costituendo una risposta pratica al male che si è capace di produrre agli altri o che si viene a patire. Il Provocatore pone l’accento sul male che distrae gli esseri umani dalla pratica rivolta alla comprensione dell’amore
compassionevole che conduce alla conquista della felicità.
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Come ogni aspetto dell’universo, anche il male ne fa parte. Nell’immaginario collettivo, il diavolo è un’entità invisibile che può farci paura solo se crediamo in lui. Secondo un concetto biblico, Lucifero dapprima era un angelo, che per bramosia di potere, si è ribellato alla potenza celeste, ed è stato espulso dall’universo. Il malefico violenta e tradisce, usando le sue armi per cercare di distruggere il mondo, minando la pace. Il suo inganno consiste nel costruire la vita nell'incertezza. Se accettiamo di stare dalla sua parte, penseremo incessantemente al futuro, e ricordando sempre il passato, non godremo del presente. Il malvagio, lavora instancabilmente all’interno del mondo, ignorando le regole. Egli odia profondamente il genere umano, che come sappiamo è fatto ad immagine e somiglianza divina, e vuole portare nel suo regno quante più anime è possibile. Lo fa travestendosi da agnello, e facendoci credere che il percorrere la sua strada, ci porterà ad essere felici. L’angelo nero opera attivamente senza pause, per far credere che il futuro ci appartenga. Sicché viviamo senza legami e senza amore, distraendo l’attenzione dalla bellezza del presente. Il male che non ci ama, vuole incatenarci. Siamo noi a decidere se essere liberi, oppure schiavi. L’universo è libertà, e se scegliamo di stare dalla sua parte, sia pure nell’ultimo istante della nostra vita, ci renderà liberi dalla schiavitù del peccato, dandoci l’eternità.
Ogni uomo è un progetto che si perpetua nel tempo, generando altri progetti che fanno la storia. La creatura vivente, dotata di seme divino alla sua nascita, riceve in prestito un corpo, che dovrà consegnare in un momento sconosciuto all’universo, quando avrà terminato il suo percorso su questa terra. La sua esistenza, sarà costituita dall’insieme di tutte le azioni compiute durante il suo vissuto, convogliate in un bagaglio esperienziale chiamato vita. Il percorso di ciascun essere senziente, inizia nella pancia della madre. Sono nove mesi di presa di coscienza, di apprendimento di percezioni, di suoni, e rumori. Nove mesi di paradiso, dove non si è obbligati a compiere alcuna azione per avere, in cui tutto si riceve gratuitamente. Quando viene al mondo, il nuovo essere si annuncia con il pianto, dichiarando la sua partecipazione alla vita. Il ricordo legato al tempo della gestazione sparisce dalla mente, dimenticando il pregresso stato dalla formazione della cellula a feto fino alla nascita di creatura umana. Il nuovo progetto dotato di coscienza e ragione, è proiettato nell’avventura della vita. Sarà una corsa ad ostacoli, di cui nessuno conosce la durata, fino alla fine dei suoi giorni. La vita ha scelto per lui, ma da questo momento in poi, ogni azione sarà dettata dal suo cuore, mediante il libero arbitrio.