Tarocchi e Zodiaco sono i più importanti sistemi simbolici della nostra tradizione. Sono come due grandi “alfabeti simbolici”, o, meglio, due dizionari etimologici, poiché contengono gli etimi fondamentali da cui le nostre immagini simboliche e le loro parole derivano. Per riappropriarci di un linguaggio simbolico che, separandoci nel corso del tempo da noi stessi e dalla natura, abbiamo in gran parte smarrito e, soprattutto, per utilizzarlo consapevolmente, abbiamo da sempre a disposizione questi due strumenti simbolici.
Tarocchi e Zodiaco sono strumenti per viaggiare nel mondo simbolico, in noi stessi. Sono strumenti che usati bene sono in grado di risvegliare l’intuizione, la bella addormentata dentro di noi, quello sguardo interno che con la mediazione del simbolo meglio ci permette di conoscere il nostro sentire, le emozioni, di non esserne inconsapevolmente schiavi. Strumenti che possono permetterci di sviluppare intelligenza simbolica e quella intelligenza emotiva che sta alla base della vita di relazione di ognuno di noi, quella che ci consente di comprendere le nostre emozioni ed empaticamente quelle altrui.
Quella da cui nasce tolleranza, rispetto dell’altro, compassione, democrazia. Rendendosi conto che la loro vita è molto più casuale che causale, gli uomini hanno sempre desiderato prevedere il caso, divinare l’accidente. Hanno cercato di soddisfare questo desiderio affidandosi alle più diverse arti mantiche, dal volo degli uccelli alla lettura dei fondi del caffè, dall’astrologia ai tarocchi. Si sono serviti a questo fine della loro intelligenza simbolica, della facoltà di “intelligere”, di collegare per analogia, dati che per una logica lineare e causale appaiono privi di qualsiasi nesso. Un cipresso e un diamante, ad esempio, sono analoghi per l’intelligenza simbolica: ambedue infatti fanno capo al principio della contrazione che insieme a quello della espansione governa l’universale pulsazione; il Cipresso è uno degli alberi più contratti e compatti del regno vegetale così come il diamante è la manifestazione più contratta e dura del regno minerale.
I nostri antenati hanno simboleggiato questi principi con due Dei: Saturno e Giove e ce li hanno spiegati mediante i loro rispettivi miti. Gran parte della nostra vita è accidentale poiché la attraversiamo ipnotizzati dalle convinzioni e dalle abitudini ereditate dal primo e dal secondo mondo,vale a dire dai condizionamenti subiti nei primi anni di vita in ambito familiare e, successivamente, da quelli in ambito scolare, lavorativo e sociale. Condizionamenti che, a loro volta, condizionano in maniera spesso automatica e inconsapevole le nostre risposte alle continue sollecitazioni del mondo reale rendendole incongrue. Automatismi che insieme a pulsioni e flussi emozionali di cui siamo, a volte, parimenti inconsapevoli, ci deviano continuamente dai propositi razionali. Allora il nostro fare diventa dispersivo e inconcludente poiché soggetto al caso e quindi inadeguato a causare l’evento desiderato.
Stando così le cose, prevedere il caso significa allora, innanzitutto, vedere come siamo fatti: come abitudini e convinzioni acquisite condizionano il nostro punto di vista rispetto alle più diverse sollecitazioni, la considerazione in cui le teniamo e le emozioni che ci abitano in relazione ad un qualsiasi proposito e percorso di tipo razionale. E’ un’attitudine all’osservazione, alla presenza a noi stessi, che necessita di un po’ di distanza, come in uno specchio. Il sistema simbolico dei Tarocchi, come quello dello Zodiaco,è un sistema di specchi, specchi prismatici dove specchiarci da una miriade di punti di vista per osservare il sentire e le emozioni che l’archetipo evoca e muove in noi, così da osservare in noi stessi le radici del caso. Sono punti di vista anche contraddittori poiché la natura e la potenza del simbolo è proprio quella di riuscire a contenerli tutti. Del resto, se non abbiamo conquistato un centro di gravità permanente, dietro l’apparente unità del nostro io, si agita una molteplicità di io, talvolta anche essi contraddittori, che si alternano via via al comando della nostra “macchina psicosomatica”.
Il Mito di Narciso
Il mito di Narciso narra di come, davanti ad uno specchio, tendiamo ad identificarci con un’unica immagine di noi e di come questa fascinazione finisca per uccidere la nostra creatività e la nostra libertà di essere altro. Nell’ottica di un processo di conoscenza di noi stessi, sia i Tarocchi che lo Zodiaco possono essere utilizzati perciò come un prezioso strumento evolutivo. Come un sistema di specchi dove poter osservarci da una distanza sufficiente ad interrompere almeno per un attimo il sonno: l’ipnosi, l’identificazione ad un solo punto di vista, così da restituirci qualche libertà di scelta, un po’ di consapevolezza relativamente a noi stessi e ai percorsi interiori che per via analogica ci collegano all’universo mondo. Ambedue i sistemi simbolici, utilizzati in tal modo, non saranno più allora solo sinonimo di irrazionalità e superstizione, ma, paradossalmente, strumento al servizio di una razionalità che includa quella intelligenza emotiva che i più recenti studi delle neuroscienze hanno dimostrato fondamentale in tutti i processi cognitivi e operativi. Sia i Tarocchi che l’astrologia godono in genere di pessima stampa, spesso a ragione, visto l’abuso che se ne fa. Ambedue, infatti, nel corso del tempo sono stati usati quasi esclusivamente per divinare il futuro, come strumenti oracolari.
Nella nostra tradizione l’oracolo per antonomasia, l’archetipo di tutti gli oracoli è quello di Delfi. La sua più famosa iscrizione non era però “conosci il tuo futuro” ma “conosci te stesso”, ora. Solo a questa condizione, sembra suggerire l’oracolo, potrai conoscere anche il tuo futuro nel senso che non sarà allora casuale ma piuttosto causale: potrai esserne tu la causa responsabile. E questo “conosci te stesso”, evidentemente, non riguarda tanto la conoscenza della sfera razionale, poiché altrimenti non andremmo dall’oracolo, quanto, piuttosto, quella della sfera istintiva ed emozionale. Quella che normalmente ci muove inconsapevolmente verso un evento che apparirà casuale.
Se vogliamo essere coerenti con il dettato di questo antico lignaggio, la funzione oracolare dei Tarocchi o dello Zodiaco non sarà dunque quella di rivelarci quanto domani o fra un anno ci succederà. Sarà piuttosto quella, rispecchiandoci nei suoi simboli, di svelarci qualcosa, ora, di quelle pulsioni, di quelle emozioni che potranno essere le radici del caso, di un nostro casuale futuro. E’ una rivelazione non da poco; potrebbe restituirci, nei confronti del nostro futuro, del nostro destino, libertà di scelta, responsabilità, causalità.
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