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Ipnosi e Training Autogeno

Interpretazione dell’ipnotismo attraverso i tempi

A cura di Attilio Maria Scarponi

Parafrasando un detto della biologia, possiamo dire che, anche per l’Ipnosi, l’ontogenesi ricapitola la filogenesi, e pertanto la comprensione del significato dell’Ipnosi, nonché la metafora di questa comprensione si ottiene più agevolmente attraverso un excursus storico.

Utilizziamo come riferimento alcuni stralci del manuale di Granone, il quale occupa un ruolo di rilievo, tra gli studiosi italiani per la sua opera di studio e diffusione dell’Ipnositerapia.
Vogliamo solo sottolineare che, oltre quanto riportato da Granone, è ormai provato che l’ipnosi fosse diffusa in epoca preistorica, ovvero in periodi che vanno da oltre diecimila e fino a trentamila anni fa (viaggio astrale sciamanico ecc.).

L'ipnotismo è noto all'uomo praticamente da sempre. Era già conosciuto dagli antichi Cinesi, dagli Egizi, dagli Indiani, dagli Ebrei, dai Greci, dai Romani. Per questi ultimi ne fanno fede le antiche Sibille, e i giudizi di Plinio il Vecchio, Vespasiano, Plutarco, Adriano, Tertulliano, Aurelio Prudenziano, Sinesìo.

Nella mitologia troviamo la prova di come gli antichi conoscessero e credessero alla fascinazione; ne è esempio la favola di Medusa che con lo sguardo paralizzava gli uomini che la miravano, sì da pietrificarli; i maghi aztechi, prima della conquista di Hernán Cortés, praticavano l'ipnosi.

Nei secoli successivi, in Europa, Marsilio Ficino, Pomponazzi, Bacone, van Helmont, Maxwelì si occuparono dell'ipnotismo nei loro studi, ed espressero giudizi e dati di fatto al riguardo.
Tuttavia, per trovare l'ipnotismo largamente applicato in Europa, a scopo terapeutico, bisogna arrivare al 1700, a Mesmer, filosofo e medico, a Gassner, di origine svedese, a Braid scozzese, che, con i loro metodi terapeutici, si attirarono consensi e biasimi dalle accademie mediche del tempo.

Granone prende in esame la storia dell’Ipnotismo, suddividendolo in quattro fasi:
“Secondo tale direttiva possiamo, nella storia dell'ipnotismo, differenziare quattro grandi periodi interpretativi:

  • il periodo mistico;
  • il periodo magnetico;
  • il periodo psicologico;
  • il periodo fisiologico.

    Questi periodi non cronologicamente bendefiniti spesso si trovano contemporanei e contrastanti, quali indirizzi di Scuole diverse. …"

Interpretazioni Mistiche

Questo primo periodo risale, come abbiamo già detto, agli antichi sacerdoti egizi, greci e romani, che praticavano il sonno nel tempio e si servivano di soggetti in stato ipnotico per avvicinarsi alla divinità e predire l'avvenire. Gli antichi indovini cadevano in trance, ritenendo che ciò conferisse loro poteri divinatori.

I maghi persiani e i fachiri indiani praticavano l'autoipnosi, pretendendo di possedere, in questo stato, poteri curativi soprannaturali.

Gli indiani Chippewa, nelle loro pratiche di iniziazione durante le quali i ragazzi alla pubertà venivano cullati in un sonno magico dalle cantilene dello stregone, di fatto praticavano una ipnosi di gruppo, tanto che in vari soggetti si instaurava fin l'analgesia. In tali condizioni di trance i ragazzi ricevevano dallo stregone tutti gli insegnamenti riguardanti i costumi tribali e cioè delle vere e proprie suggestioni ipnotiche e postipnotiche che portavano gli iniziati a compiere poi atti di valore, con insensibilità per le ferite.

Del resto, in Europa, l'interpretazione mistica dei fenomeni ipnotici si ritrova ancora nel 1774 nel medico religioso Gassner, il quale, usando per l'ipnosi un cerimoniale chiesastico e appellandosi a demoni e a Dio, si dimostra nella genesi dell'ipnotismo ancora abbarbicato al Medioevo e ai concetti trascendenti divini.

La Concezione Magnetica

Fiorì nel 1700, soprattutto con Franz Friedrich Anton Mesmer (1734-1815) e la sua teoria del fluido magnetico, quando, già prima di questi, altri due medici avevano tentato esperimenti ipnotici: J. Gassner e A. Kircher.
Mesmer, richiamandosi ai concetti filosofici e teosofici del sedicesimo e dei diciassettesimo secolo, ispirandosi a Paracelso, a van Helmont, a Fludd, a Maxwell, a Kircher e riferendosi sia ai concetti metafisici-cosmologici di Leibniz sia a quelli fisici di Galvani e Lavoisier, ritenne essere causa dei fenomeni ipnotici il fluido magnetico animale.

Precisamente, le teorie mesmeriane che si ispirano alle leggi della gravitazione universale, ricalcano i concetti paracelsiani di fluido universale, cosmico, permeante il sole, la luna, i pianeti, la terra, i metalli, le piante e gli animali. Mesmer pensò all'esistenza di un fluido che dall'operatore si trasmettesse al soggetto, ed era pienamente persuaso che il fluido potesse trasmettersi e aderire a un soggetto magnetizzato, che, a sua volta, acquistava la virtù di comunicarlo a chiunque si mettesse in contatto con lui. La sua bacchetta magica era magnetica.

Mesmer ritenne che l'operatore potesse spingere di là dalla periferia del corpo l'influsso nervoso e dirigere questa forza, attraverso lo spazio, sugli esseri viventi che egli si proponeva di influenzare. Ritenne anche che il magnetismo animale non avesse solo per oggetto la produzione di fenomeni straordinari nell'organismo, ma anche e soprattutto la guarigione delle malattie. La malattia è per Mesmer «l'aberrazione dell'armonia organica» e il «magnetismo» guarisce, ristabilendo l'armonia. Egli applicava dei pezzi di ferro, o faceva sedere i suoi pazienti attorno a una tinozza d'acqua contenente limatura di ferro, o esercitava dei passi e asserendo che dal ferro o dalle sue mani si sprigionava un fluido magnetico induceva il cosiddetto sonno mesmerico (trance).

Un allievo di Mesmer, il marchese Chastenet de Puységur, chiamò lo stato di sonno, che insorgeva per il fluido magnetico, sonnambulismo.

Le idee di Mesmer e le sue cure miracolose fecero, a suo tempo, tanto scalpore che il Governo francese intervenne, nel 1784, chiedendo alla Reale Accademia di medicina un rapporto sul magnetismo. Tra i membri designati si trovarono Frankfin, Lavoisier, Baffly, Laurent de Jussieu e numerosi altri uominì di scienza, che si pronunciarono tutti contro il magnetismo, meno Jussieu, che rifiutò di sottoscrivere il rapporto di costoro.

La storia della Medicina deve riconoscere a Mesmer il grande merito di avere egli richiamato per primo in Europa l'attenzione degli studiosi sui fenomeni ipnotici.

Concezioni Varie di Forze Radianti

Con l'evolversi dei tempi, la concezione magnetica con prerogative quasi magiche scomparve nell'interpretazione dei fenomeni ipnotici, ma rimase sempre presso varie scuole, come fondamentale spiegazione di essi, la concezione di una forza radiante dall'ipnotizzatore e influente sugli altri soggetti attraverso lo spazio.

Jean-Martin Charcot della Scuola della Salpétrière credeva alla reale esistenza dell'effetto magnetico nella produzione dei fenomeni ipnotici e contro le teorie psicologiche subbiettivistiche propose spiegazioni fisiologiche di questi, su basi obiettive energetiche. Al soggetto in ipnosi Charcot applicava una calamita a un arto, dicendo che quest'arto si sarebbe paralizzato, e siccome questo avveniva, egli credette all'effetto della calamita; anche la metalloscopia fu così chiamata in campo, a riprova delle interpretazioni energetiche obiettive dell'ípnosi. Bernheim della Scuola di Nancy riuscì però a provare che tali risultati erano dovuti solo alla suggestione e che gli esperimenti di Charcot non avevano alcun valore.

Charcot credeva fermamente all'influsso psichico che l'ipnotizzatore è capace di esercitare intensamente sull'ipnotizzato, anche se non in senso stretto mesmeriano. Tale effetto si poteva, secondo Charcot, rilevare solo nei soggetti affetti da isteria, in cui una particolare disposizione patologica permette di accumulare facilmente l'afflusso psichico altrui.

Concezioni Metapsichiche

F. W. H. Myers e J. Ochorowicz, celebri studiosi di fenomeni medianici, riconobbero nell'ipnotismo il primo scalino dei fenomeni psichici paranormali, che formano l'oggetto della moderna parapsicologia. Per questa oggi si avanzano spiegazioni fisiche (Cazzamalfi, Vasiliev ecc.) e spiegazioni extrafisiche, spirituali (Rinne). Nel primo caso le concezioni metapsichiche dell'ipnotismo potrebbero rientrare nel vasto capitolo delle interpretazioni fisiche (magnetiche, fluidiche e simili); nel secondo caso, no. L'ipnosi non sarebbe che «una dissociazione delle cellule nervose nella parte superiore del cervello» e «l'insorgere immediato dell'attività, fino allora quieta, dei centri nervosi inferiori».

Nel 1956, B. Disertori, in una esposizione personale sulla patogenesi dei fenomeni ipnotici, si richiama a forze oscure, non conosciute e così si esprime: «Nel determinismo dell'ipnosi non interviene solo la recettività del soggetto, ma anche la potenza dell'ipnotizzatore, comunque si voglia intenderla, la quale varia indiscutibilmente da sperimentatore a sperimentatore, ed è in certi ìndividui sviluppata in grado eccezionale... L'ipnotizzatore di professione dispone di una tecnica elaborata e perfezionata ed è dotato di un potere suggestionante che non possiamo negare per il semplice fatto che ce ne sfugge, in parte l'intima natura. Se nella forza suggestiva e quindi nelle suggestioni in genere, ivi compreso in modo precipuo l'ipnotismo, sia operante anche un fattore del tipo metapsichico, analogamente a quanto avviene nelle trasmissioni e nelle recezioni telepatiche o comunque extrasensoriali, è quesito al quale ritengo si debba dare risposta affermativa».

Lo stesso Disertori, parlando delle terapie taumaturgiche delle psiconevrosi, scrive: molti eventi taumaturgici hanno, non v'è dubbio, la loro parte fenomeni d'etero e d'auto-suggestione. Ma sarebbe imperdonabilmente semplicistico il voler ridurre nell'essenza queste cure a suggestioni, cioè solo ad atti dell'istinto primordiale gregario, per quanto rafforzati da fenomeni di trasmissione parapsicologica dell'idea sanatrice. Non possiamo alle volte, di fronte agli effetti curativi esplicati da certi cosiddetti maghi, non prospettarci la possibilità di influssi estremamente misteriosi, d'ordine metapsichico anch'essi, provenienti dal terapeuta: ricorre alla mente la vecchia ipotesi dei magnetizzatori intorno al fluido, comunque lo si voglia intendere: in accezione extrafisica o di radiazione fisica».

F. Faria, F. Braid e il Frenoipnotismo

Gìà durante i prìmordi del periodo magnetico comparvero vari dissidenti, e l'abate J. Faria (1776-1819), che può considerarsi il fondatore delle prime tecniche ipnotiche, diede per primo inizio a quel terzo filone interpretativo dei fenomeni ipnotici, che si può chiamare psicologico, e che portò all'abbandono di tutte le pratiche magiche. J. Faria respinse tutte le teorie esistenti; non credette né al fluido né alla potenza della volontà; proclamò la natura soggettiva dei fenomeni magnetici, ponendo la causa del sonno lucido, come egli chiamò il sonnambulismo provocato, nel soggetto stesso. 1 fautori di questi concetti bandirono le pratiche magiche, dichiarando che il fluido magnetico e le speciali forze dei magnetizzatori non esistevano.

A queste idee si riallacciò nel 1842 James Braid, chirurgo oculista e medico nelle miniere, che per primo introdusse il termine ipnotismo nella sua Neuroipnologia, definendolo, come abbiamo già detto, uno «stato particolare del sistema nervoso, determinato da manovre artificiali». Egli cercò di dimostrare che il fluido magnetico, a cui Mesmer e seguaci attribuirono la massima importanza, nonera elemento necessario per influire sui loro pazienti, ma che era sufficiente che l'esperimentatore escogitasse mezzi atti a stancare l'attenzione del soggetto (ad esempio, la fissazione di un punto luminoso). Gli effetti mesmerici dovevano, in altre parole, attribuirsi solo a un turbamento cagionato al sistema nervoso, attraverso la concentrazione dello sguardo, il riposo assoluto del corpo e la fissità dell'attenzione.

Così Braid concludeva che i fatti prodotti con l'ipnotismo non fossero dovuti né alla personalità né alla volontà dell'ipnotizzatore né ai suoi passi; che non c'entrassero per nulla, in tutto ciò, né il fluido magnetico né agenti misteriosi universali e che tutto dipendesse dallo stato psicofisico dell'ipnotizzato.
Braid, volendo poi applicare l'ipnotismo al sistema frenologico di Gall, credette di scoprire il frenoipnotismo, un mezzo, cioè, di eccitare nel sonno ipnotico - attraverso le pareti craniche - le zone cerebrali, che, secondo Gall, corrispondono a particolari facoltà psichiche.

Liébeault, Bernheim e le Teorie della Suggestione

Bernheim defiì l’ipnosi uno stato psichico particolare, che può essere artificialmente prodotto e che mette in attività o esalta, in gradi diversi, la suggestionabilità, cioè a dire l'attitudine a subire l'effetto di un'idea e ad attuarla. La suggestione rappresenta, per Bernheim, l'atto per cui un'idea è introdotta nel cervello e, in virtù di esso, accettata.

Tutto ciò che entra per le orecchie nello spirito, tutto ciò che, con o senza esame preliminare, è accettato per se stesso, tutto ciò che persuade, tutto ciò che è creduto, costituisce una suggestione per mezzo dell'udito. Gli avvocati, i predicatori, i professori, gli oratori, i negozianti, i ciarlatani, i seduttori, gli uomini di Stato sono, per Bernheim, suggestionatori. Lo stato ipnotico non è che uno stato di suggestionabilità esaltata, che può essere prodotto con o senza sonno.

Bernheim non vide niente di patologico nei fenomeni del sonno provocato. Secondo questo autore, non solamente tutte le persone ipnotizzabili non sono nevropatiche, ma, nel maggior numero dei propri soggetti, egli non riuscì ad accertare alcuna traccia di predisposizione a turbamenti nervosi. Bernheim non negò tuttavia che la suggestione ipnotica, per agire, esigesse una certa disposizione e recettività cerebrale. Ma questa disposizione speciale sarebbe comune a un gran numero di persone e non propria dei soli nevropatici e degli isterici, giacché la suggestionabilità è un fatto generale e non specifico di costoro.

Liébeault credeva che nel sonno profondo, tra l'operatore e il suo soggetto vi fosse un rapporto esclusivo, cosicché questi non potesse intendere che quanto gli venisse dall'altro. Tale polarizzazione psichica dell'ipnotizzato fu spiegata da Liébeault col fatto che il paziente si addormenta pensando a chi l'ipnotizza; per la concentrazione dell'attenzione egli conserverebbe nel suo spirito l'idea di chi l'addormenta e metterebbe la sua attenzione e i sensi al servizio di questa idea. Sarebbe un pò come una madre che si addormenti presso la culla del figlio e che, insensibile anche a rumori molto forti, si svegli al minimo grido del suo bambino.

Coue' e la Teoria dell'Autosuggestione

E. Coué (1857-1926) nelle sue pratiche ipnotiche e nella impostazione psicologica di esse ribadisce tre punti fondamentali che riferisco e che per molti aspetti possono ritenersi validi ancora oggi.

  1. La suggestione non agisce sulla volontà, ma sull'immaginazione, che è l'elemento dominante del subcosciente, il quale, a sua volta, influisce su tutte le funzioni del nostro organismo. Suggestionando e agendo sull'immaginazione, che spesso è in contrasto con la volontà, si riesce a ottenere gli effetti ipnotici conosciuti. La volontà in questi non c'entra, essa rimane nell'ombra, a meno che non si ponga al servizio dell'immaginazione. 

In merito a ciò Coué ci dà le seguenti leggi:

  •  quando la volontà e l'immaginazione sono in conflitto, vince sempre l'immaginazione, senza alcuna eccezione;
  • nel contrasto tra volontà e immaginazione, la forza di questa è in ragione diretta del quadrato della volontà;
  • quando la volontà e l'immaginazione si trovano d'accordo, l'una non si aggiunge all'altra, ma si moltiplica con l'altra;
  • l'immaginazione può essere educata.

Per Coué l'inconscio corrisponderebbe all'immaginazione. Per Coué e discepoli (C. Baudouin e altri) il soggetto ha coscienza di comandare al suo inconscio.

Praticamente la suggestione indotta dall'operatore al soggetto deve venire continuata per proprio conto da questi; sempre, s'intende, che sia in grado di farlo.
Di fatto si devono scartare due categorie di persone: i deficienti, incapaci di capire, e quelli che non vogliono capire.

2. Agendo sull'immaginazione si possono guarire organi ammalati, mediante un'autosuggestione ripetuta, fondata su idee di benessere. Oggi infatti si parla di psicoimmunologia facilitata dallo stato ipnotico.

L'applicazione dei metodo poggia su due postulati fondamentali:

  • «non si può pensare a due cose contemporaneamente»;
  • «ogni pensiero che occupi esclusivamente la nostra mente diventa vero per noi e tende a trasformarsi in atto».

La disposizione essenziale della mente di un malato deve essere, perciò, per Coué, quella e solo quella di pensare che la sofferenza sparisce, ed essa sparirà.

In ogni suggestione, asserisce il Baudouin, una volta che si è pensato al fine che si deve ottenere, il subcosciente provvede a trovare da sé i mezzi per conseguirlo. Il paziente deve dire: «Ogni giorno, sotto tutti gli aspetti, io vado di bene in meglio». Sotto l'influsso di questa autosuggestione generica, recitando le stesse parole con profonda convinzione al mattino e alla sera, per venti volte (orazione di tipo religioso), l'inconscio, secondo Coué, riceverebbe il comando e lo distribuirebbe là dove occorre, senza che la coscienza avverta nulla.

Teoria della Dissociazionedi P. janet

Questo autore (1859-1947) pensa che l'ipnosi consista nella formazione di una seconda coscienza dissociata con una sua particolare attività e memoria, che prenderebbe transitoriamente il posto della coscienza normale. Tale ipotesi si fonda soprattutto sull'accertamento dell'amnesia postipnotica e dell'automatismo che si nota in ipnosi.

Janet valorizza l'automatismo psicologico come forma elementare di sensibilità e di coscienza e parte fondamentale di ogni psiche normale, opponendolo all'attività psichica superiore critica, della piena coscienza. Questo automatismo inconscio provvisto di una sua potenza energetica e anche di una certa finalità, anche se non proprio di una vera intenzionabilità, anticipa, come giustamente osserva Rossini, l'inconscio freudiano più dinamico e meno automatico.

Anche Janet con le sue attente ricerche scopre ,indipendentemente da Breuer e da Freud, l'importanza terapeutica della reviviscenza ipnotica di emozioni antiche, per la risoluzione di vari sintomi isterici. Egli dà un'interpretazione prevalentemente intellettiva dei fenomeni ipnotici; Freud concentra invece la sua attenzione sui procedimenti istintivo-affettivi e prosegue su questa strada anche per la valutazione del transfert.

Ma è proprio da queste osservazioni, affermano Rossini e Musatti, che inizia tutto il movimento psicoterapeutico contemporaneo e ciò costituisce un titolo di nobiltà per l'ipnotismo.

Janet infine costata che si può agire sulla mente attraverso il corpo, ricerca esercizi particolari di distensione, che ritiene più efficaci dei medicamenti anche se di lunga e difficile applicazione, esercizi che anticipano tutte quelle metodiche psicoterapeutiche che seguiranno e che vanno dall'autodistensione concentrativa alla Schultz o alla Jakobsen, all'autoipnosi frazionata e graduata di Kretschmer ecc.

Interpretazione Psicoanalitica

Una spiegazione del tutto speciale dei fenomen ipnotici, su un piano strettamente psicologico e con una impostazione dottrinale particolare, viene data dalla psicoanalisi.

Freud spiega i fenomeni ipnotici con la sua teoria della rimozione degli istinti e con la traslazione di questi nella persona dell'operatore. Il Super-io del paziente viene sostituito dall'ipnotizzatore, che contemporaneamente sarebbe in grado di risvegliare nel suo soggetto immagini e avvenimenti trascorsi, o addirittura spariti dalla memoria cosciente.

N. Perrotti così definisce la suggestione: «Processo inconscio di natura affettiva, determinato da un distacco dalla realtà obiettiva e da una disgregazione del Super-io, ottenuti mediante la rievocazione diretta o indiretta dell'immagine del padre; con la conseguenza della sospensione della facoltà di critica e del ritorno dell'energia impegnata in questi processi sull'Io attuale; ciò che determina un rinforzo del narcisismo, il ripristino della fase magico animistica del pensiero, che conduce alla libera realizzazione di quelle idee che sono in armonia con l'Io attuale e non sono in contrasto con la coscienza morale ».

Secondo gli psicoanalisti (S. Ferenczi, E. Jones e altri), con diverse parole, l'ipnotizzatore, esaltando l'immagine del padre, determina nello stesso tempo un considerevole affievolimento o una paralisi vera e propria dell'altra componente del Super-io (quella inerente al senso della realtà e alla critica) e da ciò le caratteristiche principali dell'ipnosi provocata: inconsapevolezza del processo, attaccamento affettivo del soggetto all'operatore, realizzazione acritica delle idee suggerite» (E. Servadio). Freud insistette molto sull'aspetto erotico del rapporto ipnotico affermando che questo consiste nell'abbandono amoroso totale con esclusione di ogni soddisfazione sessuale. Il soggetto troverebbe così nello stato ipnotico una gratificazione dei suoi desideri istintuali. L'esistenza di fattori motivazionali profondi dimostrerebbe come la teoria della suggestione non possa spiegarci da sola l'ipnosi.

Gill e Brenman la definiscono come «un processo regressivo che può insorgere per una riduzione dell'attività ideatrice e sensorio-motrice o per la creazione di un rapporto arcaico con l'ipnotizzatore». Durante tale regressione il soggetto tende a trasferire nell'ipnotista il ruolo che avevano per lui alcuni suoi parenti nell'infanzia.

Per sapere che cosa debba intendersi per transfert, soprattutto riguardo all'ipnosi, gli psicoanalisti ribadiscono due concetti:

  1. Il transfert è la ripetizione, verso l'analista, di atteggiamenti emotivi inconsci, acquisiti dal paziente nel corso della sua infanzia, verso persone a lui più vicine e particolarmente i genitori. La relazione affettiva che ne risulta, di tipo amorevole (transfert positivo), o di tipo ostile (transfert negativo), deriva quindi in entrambi i casi dai rapporti anteriori del paziente verso uno o entrambi i genitori o gli educatori e non dalle presenti condizioni di vita. Non solo un atteggiamento affettivo ma tutto un modo di agire viene trasferito da circostanze infantili ad alcune presenti (Glover, Klein, Kubie).

  2. Transfert significa anche il ripristinarsi di condizioni in cui certe funzioni, che erano ormai svolte essenzialmente dall'Io o dal Super-io, ritornano, come nelle fasi primitive dello sviluppo, a essere esercitate nel mondo esterno da una persona reale; il transfert cosi si sviluppa e si effettua su piani regressivi.

Tale impostazione psicologica dell'ipnosi porta, secondo gli psicoanalisti, a due importanti conclusioni. La prima è che le classiche scale, calcolate in base alla risposta a suggestioni sperimentali, non trovano altra spiegazione che in diverse gradazioni di transfert, per cui il grado massimo di profondità dell'ipnosi sarebbe quello in cui tutto il rapporto fra operatore e soggetto viene a essere costituito dal transfert irrazionale e infantile.

La seconda è quella che, una volta stabilita l'equazione ipnosi=transfert, viene di conseguenza statuito in modo perentorio il concetto della normalità dell'ipnosi, dato che tutti possono trovarsi in certi momenti in stato di transfert, cioè in stato ipnotico e in condizioni di ipersuggestionabilità.

L'Ipnosi come Regressione a un Comportamento Primordiale

L'ipotesi che l'ipnosi rappresenti la regressione a un comportamento di tipo primordiale, atavico, è avanzata da alcuni autori soprattutto anglosassoni e americani, per spiegare i fenomeni ipnotici. L'induzione viene così interpretata come assopimento delle facoltà critiche, con riattivazione di suggestioni latenti; le comunicazioni non verbali che si effettuano in ipnosi rappresenterebbero un ritorno ai mezzi di comunicazione che nell'uomo hanno preceduto l'uso della parola; il sonno, le difese isteroidi, i fenomeni allucinatori, le suggestioni postipnotiche, secondo questa teoria troverebbero la loro spiegazione in comportamenti regressivi atavici.

Nel rapporto ipnotico, ad esempio, mentre la teoria freudiana dell'amore non spiegherebbe l'ipnosi ottenuta contro la volontà del soggetto e da parte di una persona odiata, la teoria della regressione la spiegherebbe come un fatto di assoggettamento senza reazione, e causato quindi non dalla paura, ma dall'inerzia. Anche l'autoipnosi troverebbe nell'ipotesi della regressione atavica una spiegazione migliore che nelle teorie di Freud o di Ferenczi.

Interpretazioni Fisiologiche

Questo indirizzo può considerarsi iniziato con l'avvento di Pavlov e delle sue teorie sui riflessi condizionati; risente delle moderne vedute di medicina psicosomatica e dei rapporti cerebroviscerali scoperti dai recenti studi di fisiologia nervosa.

Nel 1927 con le Lezioni sull'attività degli emisferi cerebrali e nel 1932 con la Fisiologia dello stato ipnotico del cane, Pavlov dà la sua interpretazione fisiologica dell'ipnosi, che, come in seguito Bechterev e Platonov, egli ritiene di spiegare quale riflesso condizionato. La parola sarebbe lo stimolo di riflessi condizionati fisiologici. La suggestione sarebbe un tipico riflesso condizionato e non c'è alcuna funzione che non possa essere facilitata, inibita o cambiata mediante mezzi verbali (Plátonov).

L'ipnosi sorgerebbe per un fenomeno di diffusione di una inibizione interna, partente da una determinata zona cerebrale particolarmente stimolata da un agente suscitatore di riflessi condizionati. La Scuola pavloviana ha ripreso l'ipotesi emessa nel secolo precedente da Brown-Séquard, Liébeault, Beaunis del sonno parziale a spiegazione dell'ipnosi, per cui in essa vi sarebbe oltre che una inibizione corticale parziale, la persistenza di punti vigili che permettono il rapporto con l'operatore, e altre numerose prestazioni che il soggetto ipnotizzato può dare”.

Lo Studio dell'Ipnosi con Metodologia Psicologica

Lasciamo ora la descrizione di Granone per riportare la situazione dell’Ipnosi negli studi contemporanei.
In tempi più recenti Hull applica all’Ipnosi i metodi della psicologia; nel suo testo fondamentale “Ipnotismo e suggestionabilità: un approccio sperimentale”, dopo un esame approfondito dei vari fenomeni ipnotici (amnesia, suggestione, catalessi, ecc.) arriva a definire l’Ipnosi come uno stato di elevata suggestionabilità che si può produrre anche in condizioni di veglia.
Successivamente all’opera di Hull si è sviluppata la ricerca sulle caratteristiche fisiologiche dell’Ipnosi, che però hanno concluso che non esistono sostanziali differenze tra stato di veglia e di Ipnosi, confermando invece l’efficacia delle suggestioni ipnotiche a livello neurovegetativo.

L’altra questione riguarda lo “stato di coscienza” Ipnotico, affermato da studiosi come Milton Erickson e avversato da altri, anche qui senza pervenire ad una conclusione definitiva.

Nell’epoca contemporanea si afferma la figura e l’opera di Milton Erickson, per le sue straordinarie doti di Ipnotista medico e la sua capacità di entrare in collegamento col mondo interiore del suo cliente e indurre i cambiamenti desiderati.

E’ la cosiddetta Ipnosi indiretta, nella quale l’ipnotizzatore non dà comandi ma ricalca e poi guida il cliente, entrando con lui in contatto empatico e suggerendo soluzioni in forma paradossale, spesso con l’utilizzo di metafore, ma che l’inconscio del cliente, grazie alla sua comprensione del linguaggio analogico, più che di quello logico, può comprendere per attivare il processo di cambiamento interno, cambiando una mappa del mondo evidentemente inadeguata.

L’Ipnosi costruttivista è l’esito più avanzato degli studi attuali sull’Ipnosi. Nella visione costruttivista, fondata sugli studi di Bateson, Marturana e Varela, Von Foerster e molti altri, e applicata all’Ipnosi in Italia da M. Chisotti e B. Vercelli, la trance Ipnotica è un abbassamento della critica, con aumento del livello di suggestionabilità. L’ipnosi è una psicoterapia biologica.

La Programmazione Neurolinguistica presenta una visione dell’Ipnosi assai vicina a quella costruttivista, nascendo dal modellamento dell’Ipnosi di Milton Erickson e in un ambiente assai sensibile all’influsso di Gregory Bateson, noto antropologo ed uno degli esponenti di spicco dell’orientamento Costruttivista.

Lo slogan “l’ipnosi non esiste, tutto è ipnosi” assimila strettamente l’ipnosi ad una forma di comunicazione particolarmente efficace, che si riscontra non solo nella trance indotta da un ipnotista, ma nella vita quotidiana e che trova un paragone particolarmente significativo nello stato di innamoramento, sia come stato alterato della coscienza, sia come forma di comunicazione particolarmente efficace nella sua congruenza, come illustrato nel capitolo sul “il linguaggio del corpo”.

L’abbassamento della critica è prodotto grazie all’uso del linguaggio (il Milton Model) e del ricalco e guida (si veda a tale proposito quanto detto sulla comunicazione efficace), mentre l’uso dei canali rappresentazionali e delle submodalità rendono la comunicazione ipnotica rapida ed efficace.

Attualmente l’uso dell’Ipnosi trova molte interessanti applicazioni nella clinica oltre che nei tradizionali campi della psicologia anche in ambito psicosomatico; una segnalazione merita l’opera di Ernst Rossi, discepolo e poi collaboratore di Milton Erickson.

 

Le informazioni contenute nel sito hanno esclusivamente scopo informativo e culturale. In nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire cure mediche, psicologiche o psicoterapeutiche.

Attilio Maria Scarponi

Si dedica interamente alla formazione ed al counseling/coaching.

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