Questa parola ormai fa parte del nostro linguaggio, ma pochi sanno che questo termine viene dal sanscrito ed il suo significato è intraducibile con esattezza. Infatti la parola sanscrita Dhyana significa letteralmente "essere in stato di meditazione" e le interpretazioni più comuni, ma decisamente più approssimate per quanto riguarda il significato profondo sono: concentrazione o contemplazione. Infatti concentrarsi significa indirizzare la mente su un argomento preciso; attraverso la concentrazione mentale si ottengono dei risultati di pensiero, per esempio nelle scienze e possiamo concludere che è la scienza che ha bisogno della concentrazione mentale.
La contemplazione, invece porta ad uno stato di quiete corporeo guidato dalla mente. Ma la meditazione è un qualcosa che si trova a metà tra la concentrazione e la contemplazione: se la prima è un focalizzare su un punto e la seconda è uno spaziare su una linea, la meditazione si trova su un frammento della linea. Galileo ci ha lasciato una frase che esprime il suo pensiero in proposito: Non puoi insegnare qualcosa ad un uomo… puoi solo aiutarlo a scoprirlo dentro di sé. Similmente anche la filosofia Zen dice la stessa cosa: "Non posso darti niente di quello che già non hai." Per avventurarci nel viaggio della meditazione possiamo iniziare accompagnati da una guida, cioè da una persona che sarà con noi per assisterci durante il viaggio… Essere in meditazione non è facile... possiamo provare con piccoli gesti… guardare un fiore... un tramonto… permettere a tutto questo di entrare in noi, far parte di tutto e di niente, essere vento e musica, perdere i confini... puoi guardare gli alberi, puoi guardare il fiume, puoi guardare la gente che parla, ciò che osservi non ha importanza... l'oggetto non è importante, ma la qualità dell'osservazione, la qualità dell'essere cosciente, questa è meditazione.
Meditare è essere consapevoli ed allora in questo stato di consapevolezza anche il camminare, lo stare seduto, ascoltare il canto degli uccelli può essere meditazione. Il fenomeno stesso dell'osservazione cambia ogni cosa.. ciò che importa è osservare con attenzione, non dimenticarsi di osservare, di essere colui che osserva. Meditare è anche la beatitudine di essere soli. Essere soli è positivo: è la gioia di essere se stessi, è la gioia di avere il proprio spazio. Si è veramente vivi quando si è in grado di stare soli, allorché non esiste più nessuna dipendenza dall'altro, da nessuna situazione, da nessuna condizione imposta.
La meditazione è un viaggio verso la solitudine assoluta.. non puoi portare nessuno con te, non puoi condividere il tuo centro con nessuno, neppure con colui o colei che ami. La meditazione ti aiuta a sviluppare le tue facoltà intuitive: ti diventa chiaro ciò che sei, ciò che ti piace davvero, ciò che ti aiuta a crescere e a fiorire, e qualsiasi cosa sia sarà sempre diversa per ciascun individuo perché ognuno è unico. La meditazione ci aiuta a conoscersi meglio, ma spesso abbiamo paura di questa conoscenza, abbiamo paura di non trovare più le cose sbagliate, ma conosciute, abbiamo paura di perdere le nostre sicurezze. Sono le paure della nostra mente, essa sa che la metteremo a tacere per un po': la mente ha paura di perdere il suo potere e allora ci riempie di dubbi: perché ti vai a mettere in un campo che non conosci? Stai sprecando il tuo tempo.. avresti altre cose da fare molto più importanti…
La meditazione ci aiuta ad intraprendere il viaggio mentale ed a ritornare ai problemi di tutti i giorni……alla fine del viaggio ritroveremo tutti i nostri bagagli, ma solo un po' più leggeri!. Le meditazioni che sono venute a conoscenza del mondo occidentale sono di diversi tipi: dalle bellissime meditazioni tibetane (che certamente non sono tra le più facili per persone del mondo occidentale) a quelle in movimento, spesso accompagnate da musiche appositamente studiate per entrar in sintonia con i chakra. L'energia che fluisce viene così aiutata dal suono e dal movimento e si ottiene uno stato di tranquillità ed un miglioramento del flusso energetico interno ed esterno. Le tecniche di meditazione sono frutto del lavoro di moltissimi ricercatori attraverso i tempi; tutte possono essere utili, ma di fatto tutte sono un tentativo di meditazione, un mezzo per arrivare alla consapevolezza.
Come dice Osho Rajneesh, il "Maestro", queste tecniche si fondano su una comprensione profonda, su un incontro con la mente umana e ognuna ha alle spalle una lunga sperimentazione. Come prima cosa cerca di capire la tecnica nei minimi dettagli; quando l'hai compresa provala e quando trovi il metodo giusto per te, la meditazione funziona immediatamente. Ogni tecnica va provata per tre giorni: se ti dà una precisa sensazione di benessere, di affinità, allora quella è la tua meditazione. Usala per tre mesi. Ma ricorda: ogni tecnica è solo un mezzo da usare ed abbandonare quando ha sortito l'effetto voluto.
Quando mediti usa la tua immaginazione... usala in senso positivo... l'immaginazione è una forza, un'energia e la mente scorre attraverso di lei. A quel punto il corpo gli va dietro. Tutti noi sappiamo i danni che può provocare un'immaginazione rivolta in senso negativo, verso le malattie... impariamo ad usarla in senso positivo, per stare bene, per entrare in sintonia con il nostro corpo ed il nostro essere.
Ma ricorda è solo un mezzo temporaneo... l'immaginazione non può durare per sempre, perché non deve sostituirsi alla realtà.
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