Un filo sottile che scorre quasi invisibile nell'arco dei millenni della storia umana, lega tra loro personaggi di varia estrazione e collocazione storica, che si sono occupati della cosiddetta "Arte Regale" o "Arte Reale", ricollegandosi ad un archetipo comune la cui esistenza sta a metà tra realtà storica e leggenda: Ermete Trismegisto, vale a dire tre volte grande, già conosciuto dalla tradizione esoterica dell'antico Egitto.
I figli di Ermete, i filosofi ermetici, parlano in termini criptici di una dottrina che non è pura e semplice conoscenza, ma che, partendo dalla conoscenza della realtà consente al vero iniziato di compiere operazioni che lo possono reintegrare con il Principio Primo, l'Uno da cui tutto discende e verso cui tutto tende.
I filosofi ermetici, rifacendosi al "Corpus Hermeticum", che risalirebbe allo stesso Ermete, hanno descritto la dottrina ermetica in termini di simboli che ne sintetizzano i principi ed in termini di operazioni che ne costituiscono il percorso operativo.
Le parole più adatte per descrivere lo spirito con cui intraprendere questo cammino le troviamo proprio nel "Corpus Hermeticum":"Innalzati oltre ogni altezza, discendi oltre ogni profondità, raccogli in te tutte le sensazioni delle cose create, dell'acqua, del fuoco, del secco, dell'umido. Pensa di essere simultaneamente dappertutto, in terra e mare e cielo: che tu non sia mai nato, che tu sia ancora embrione, giovane e vecchio, morto e oltre la morte. Comprendi tutto insieme: i tempi, i luoghi, le cose, le qualità e le quantità".
Chi intraprende questo percorso deve aderire ad una concezione eroica e non sacerdotale e ne deve comprendere il carattere necessitante.
Mentre la conoscenza scientifica può essere volta indifferentemente al bene o al male, la vera conoscenza ermetica fornisce il potere di comandare sulle nature angeliche, di realizzare la vera natura dell'uomo. Di nuovo con le parole del "Corpus Hermeticum:
"L'uomo non è sminuito dall'avere una parte mortale, ma questa mortalità accresce la sua possibilità e la sua potenza. Le sue doppie funzioni gli sono possibili per la sua doppia natura: egli è costituito in modo da abbracciare ad un tempo il terrestre ed il divino. Anzi non temiamo di affermare la verità. L'uomo vero è al di sopra degli dei celesti o per lo meno uguale a loro. Poiché nessun dio lascia la sua sfera per venire sulla terra, mentre l'uomo sale in cielo e lo misura. Onde osiamo affermare che l'uomo è un dio mortale e che un dio celeste è un uomo immortale".
Avendo chiara la difficoltà di questo cammino, per l'elevatissima meta che si pone, esaminiamo sinteticamente l'insegnamento ermetico, così come tramandato dai filosofi ermetici, che spesso hanno utilizzato un trasposto linguaggio alchemico.
Vane furono le speranze di quelli che fraintesero questa trasposizione, interpretandola "ad litteram". La ricerca della mitica "Pietra Filosofale", capace di trasmutare il Piombo in Oro, è destinata al fallimento se non si comprende che l'Oro non è quello materiale ma è il simbolo della raggiunta perfezione esoterica.
La Pietra Filosofale
Chi si accosta a questa dottrina deve quindi imparare a comprendere il linguaggio figurato dei simboli e dei principi alchemici. Secondo la tradizione ermetica la realtà ha origine dall'Uno, dal Caos, dal Tutto. Con le parole della "Tabula Smaragdina":
"Il Telesma, il Padre di tutte le cose, è qui".
Simbolicamente ciò è indicato con un Cerchio, cioè con una linea che si chiude su se stessa, che segna Principio e Fine, che è il Tutto, l'Universo.
O
Questo è il Magnum Mysterium, è il grande oggetto della ricerca. Questo è il Tutto. Da Lui il Tutto e per suo mezzo il Tutto. Due nature, una essenza sola, che l'una dall'altra è attratta e l'una dall'altra è dominata. E' l'Acqua Divina, la cui natura è arduo contemplare, Acqua dell'Abisso, Acqua Misteriosa, Acqua Eterna, Acqua Argento. E' il Mare inteso come Sorgente della Vita, è quello che i Saggi chiamano Myriam e che i cristiani chiamano Maria.
L'antica sapienza dell'India così parla dell'Uno nelle Upanishad:
"Si guardò intorno e nulla vide di diverso da se medesimo "QUESTO SONO IO", furono le prime parole che pronunciò. Egli ebbe paura. Perciò ha paura chi è solo. Ma poi pensò "Di chi dunque ho paura, se nulla vi è all'infuori di me". Quindi gli passò la paura. Egli non era contento. Perciò non è contento chi è solo. Egli sentì il desiderio di un altro. La sua grossezza era allora quella di un uomo e di una donna abbracciati. Egli si scisse in due parti. Così ebbero origine il Principio Maschile ed il Principio Femminile"
Interazione tra i principi maschile e femminile (Rajasthan, Secolo XVIII)
Questa narrazione mitologica esprime il concetto alchemico della separazione che dall'uno produce due principi, quello solare , con il punto centrale che si manifesta nel caos come principio di fissità incorruttibile, di stabilità, di trascendenza, e quello lunare , che rappresenta la possibilità indeterminata, la capacità di trasformazione infinita. Si determinano così gli elementi primordiali fuoco e acqua. Il fuoco, che corrisponde all'oro ed al colore rosso, è fiamma che non brucia, ardore di generazione, principio incorporeo di ogni animazione.
L'elemento acqua è già un concetto derivato dal concetto prima espresso di acqua eterna, di Uno-Tutto, rappresenta la caduta verso il basso, natura vinta e dominata dalla natura, principio di identificazione e di immedesimazione. La dottrina ermetica c'insegna che il percorso che porta dal Principio Eterno a noi va ripercorso a ritroso per andare da noi verso l'Eterno. Se domina il principio lunare stiamo seguendo una via mistica, se domina il principio solare stiamo seguendo una via eroica, bisogna trovare il giusto equilibrio tra i due principi per seguire la giusta via iniziatica.
I due elementi sono associati ad operazioni alchemicamente espresse, l'acqua materializza l'operazione di dissolvimento (SOLVE), capacità di divenire ogni cosa, mentre il fuoco rappresenta la potenza di individuazione precisa, specializzazione, qualificazione e corrisponde all'operazione di ricongiungimento (COAGULA). SOLVE e COAGULA sono le operazioni alchemiche fondamentali, ogni operazione complessa si realizza con una sequenza di solve e coagula, questo l'insegnamento criptico dei filosofi ermetici.
Fuoco è attività, è rappresentabile con un tratto verticale |, Acqua è passività, è rappresentabile con un tratto orizzontale -. L'incontro dei due principi determina la croce +, simbolo molto antecedente alla Religione Cristiana, che in quanto incontro di fuoco e di acqua equivale al Sigillo di Salomone e che ci ricorda come recita la "Tabula Smaragdina": "È vero senza menzogna, certo è verissimo.Ciò ch'è in basso è come ciò ch'è in alto, e ciò ch'è in alto è come ciò ch'è in basso, per fare i miracoli della cosa una".
Il punto centrale rappresenta la quintessenza, contiene già in potenza tutta la croce, come sintesi attiva dei due principi, ma anche come punto di caduta, di neutralizzazione, di fissazione, di arresto , espresso in termini di elementi alchemici, dal sale , dalla pietra, dalla corporeità, dalla terra.
Imprigionando, fissando, arrestando il naturale moto di fuoco e di acqua si ottengono gli altri due elementi primordiali aria e terra.
Ai quattro elementi primordiali, raggruppabili nella croce +, i maestri ermetici affiancano tre principi espressi in termini alchemici: il Solfo, formato dalla croce sottoposta al fuoco che simboleggia lo spirito; il mercurio, ove i quattro elementi sono sottoposti alla natura, su cui a sua volta domina la legge lunare del divenire, è il simbolo dell'anima; il sale, che esprime la fissazione, l'identificazione, è simbolo del corpo.
L'elemento Terra imprigiona tutti i nostri sensi, quelli che a noi appaiono fuoco aria acqua terra è in realtà filtrato attraverso l'elemento Terra, non coincidono con gli elementi primordiali, che non possiamo sentire attraverso i nostri sensi. Nell'uomo l'elemento terra è materializzato dallo scheletro, l'acqua dal sistema nervoso e linfatico, il fuoco dal sistema circolatorio, l'aria dallo spirito aureo che ne è l'essenza vitale, reso prigioniero dalla terra, concetto che coincide con quello espresso nelle Upanishad dal principio dell'ATMAN, il respiro vitale, il soffio di vita.
I sette pianeti enti così ottenuti sono poi rappresentabili attraverso i sette punti Chakra ed attraverso i sette pianeti tradizionalmente conosciuti, così come sono sette le porte che gli iniziati ai misteri di Mithra devono superare successivamente. Il percorso attraverso così delineato attraverso i sette elementi simboleggiati da sette pianeti va compiuto con sette successive operazioni alchemiche e può essere così schematizzato.
Si va dal Piombo all'Oro per mezzo di operazioni di sublimazione (solve) e di precipitazione successiva (coagula) che portano da un pianeta a componente dominante maschile ad uno a dominante femminile e viceversa.
Da Saturno verso Il Sole, secondo la spirale centripeta, si segue il cammino iniziatico di ricongiunzione dal corpo verso l'Uno. La spirale centripeta, dal Sole verso Saturno, è il percorso della eterna e sempre reiterata Creazione.
I Sette Pianeti
Chi voglia compiere questo cammino deve essere padrone delle operazioni alchemiche basilari (l'interpretazione di tutto quanto qui scritto è ovviamente intesa in senso figurato e simbolico). Prima di tutto la separazione, vale a dire la liberazione del principio vitale (Mercurio) dalla prigione del corpo. Ciò si compie attraverso l'OPERA AL NERO, che si realizza attraverso una forma di morte.
La morte fisica compierà integralmente quest'opera, se vi si giunge opportunamente preparati, ma i maestri ermetici fanno riferimento alla morte filosofale, attiva, che uno spirito volitivo può dominare allontanandosi momentaneamente dal corpo. Un prototipo di tale operazione si ha nella fase di sogno che mantenga, nel sonno, una coscienza attiva.
Apocalisse, Il Quarto Sigillo. La Morte segue l'Agnello Miniatura napoletana del XIV° Secolo
Si tratta comunque di difficilissime operazioni che presentano rischi non indifferenti, agevolabili attraverso un dosaggio lento e graduale dell'azione, senza troppa fretta: si parla di operazioni "a fuoco lento", una fiamma troppo forte distruggerebbe tutta l'opera.
Una volta che il mercurio si sia separato, va rifissato al corpo, per evitare che svanisca. Tale processo è la cosiddetta OPERA AL BIANCO, che è la rinascita, la rifioritura, la vittoria della vita sulla morte, è l'azione dell'acqua di vita (un terzo tipo di acqua simbolicamente intesa). Al bianco così ottenuto deve essere l'oggetto del ricongiungimento, il principio maschile si deve ricongiungere con il principio femminile, riottenendo la fissazione alla terra, ma con un più alto livello di consapevolezza esoterica.
Una frase indicativa e scolpita nella Porta Magica di Piazza Vittorio a Roma, "Aqua torrentum convertes in Petram".Tale acqua fissata, congelata porta all'origine del termine ANtico GELO ------>> ANGELO. Lo stato angelico è quello di pieno dominio, di ricongiunzione col bianco, di immortalità. A questo ambito appartiene il Mito Evangelico dell'Uomo che, innalzato sulla Croce, trafitto versa rosso sangue e bianca acqua, deposto nel Sepolcro (Terra) ne discende le profondità (Inferi), resuscita (ascesa) assumendo prima la forma celeste quindi (discesa) nuovamente quella umana (ricongiunzione al bianco), fino alla Pentecoste, quando lo Spirito discende ad impregnare completamente il Corpo ed a rivivificarlo! Quindi sale al Cielo dove potrà giudicare "i vivi e i morti", ove con "morti" l'ermetico sa intendere tutto ciò che è impuro e non resisterebbe al fuoco alchemico.
Ipogeo di Tutankanon. Il mistero della rinascita
Per completare un percorso già abbastanza arduo va poi compiuta la finale OPERA AL ROSSO, con un intensificazione ulteriore della fiamma sul composto che ora fissato resiste a tale apocalittica potenza. Tale fiamma si ricongiunge al corpo direttamente, senza passare dalle acque e che risveglia il fuoco primordiale che ha sede nella telluricità del corpo.
La terra che si trovava nel fondo dell'Athanor (così gli alchimisti chiamano il vaso ove avvengono le operazioni) è la miniera da cui si estrae l'ORO (simbolico). Solo così sarà compiuta la GRANDE OPERA. Ciascuno di noi misuri le proprie forze e decida se e come affrontare quest'arduo percorso.
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