Scienza medica e cosmetica non sono separate ma interagiscono, salute e benessere (derivante da una percezione positiva del proprio aspetto) vanno di pari passo, si diffonde un approccio globale e unitario attento alle condizioni psicofisiche, alla immagine oltre che alla sostanza. L’invecchiamento della popolazione è ormai evidente, non si pretende di ringiovanire ma di vivere al meglio la propria età sotto il profilo della salute e delle condizioni estetiche. Le aree destinate ai prodotti cosmetici si estendono continuamente (nelle farmacie, profumerie, supermercati, etc.) dal momento che i principi attivi in essi contenuti sono, in molti casi, altamente efficaci; in questa ottica il cosmetico rappresenta oggi un mezzo igienico preventivo indispensabile per mantenere l’organo pelle nelle migliori condizioni funzionali. Inoltre la comunicazione tra individui non avviene solo attraverso le parole, ma anche attraverso l’aspetto del corpo; i prodotti di bellezza facilitano questo linguaggio, in quanto strumenti quotidiani per mantenere un buon aspetto (Carla Scesa, 2006).
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La Cosmetologia rappresenta una scienza che ha consolidato la propria identità in Europa nell’ultimo trentennio, anche come conseguenza della promulgazione della specifica direttiva CEE che ne delimita i campi di applicazione. Scienza d’assieme per sviluppare e immettere nel circuito del consumo prodotti cosmetici in grado di soddisfare le esigenze degli utenti, ottimizzando il profilo della qualità del prodotto con l’integrazione di discipline diverse. Disciplina indispensabile se si vuole parlare in modo corretto dei rapporti tra l’organo pelle e la preparazione chimica di tipo cosmetico, intesa come mezzo igienico preventivo (Carlo Alberto Bartoletti, 2001). Disciplina scientifica pluridisciplinare che fa del prodotto cosmetico un mezzo per il mantenimento e ripristino dei processi fisiologici cutanei (Leonardo Celleno, 2008). Arte antica e disciplina moderna in continua evoluzione inserita a pieno titolo nel preservare o migliorare la qualità della vita, anche con la finalità di mantenere o costruire un equilibrio psicologico ottimale (Carlo Alberto Bartoletti, 1999). Può modificare e/o migliorare lo stile di vita; la cosmesi funzionale ricerca continuamente nuovi principi attivi in grado di controllare, in particolare, i processi responsabili dell’invecchiamento cutaneo; scienza e tecnologia per creare prodotti cosmetici ottimizzati sotto il profilo della qualità intrinseca (Carla Scesa, 2006).
Una ragione di principio, quasi filosofica, radicata da millenni nelle culture orientali (ormai acquisita anche in Occidente) ritiene che la salute strettamente intesa e il benessere più in generale (anche quello derivante da una percezione positiva del proprio aspetto) vadano di pari passo: in questo modo si diffonde un approccio globale e unitario, “olistico”, attento alle condizioni psico-fisiche anziché soltanto fisiche, alla immagine oltre che alla sostanza. L’invecchiamento della popolazione è evidente: sempre più è richiesto un rimedio non solo per le malattie vere e proprie derivanti dall’età (il medico si confronta con questo fenomeno) ma anche per i danni collaterali riguardanti l’aspetto fisico. Si pretende non di ringiovanire, bensì di stare nella propria classe di età al meglio per quanto riguarda condizioni di salute ed aspetto estetico: la gradevolezza dell’immagine esterna e il rifiuto degli insulti estetici derivanti dall’invecchiamento costituiscono, ormai, un dovere per scelta personale e necessità sociali o professionali. I cosmetici, oggi, devono rispondere al bisogno di benessere e bellezza: le aspettative riguardano un’efficacia immediata e duratura (interazione con processi biochimici).
Il prodotto cosmetico è in grado di modificare e/o migliorare lo stile di vita: i principi attivi contenuti nei cosmetici sono migliaia (in molti casi sono altamente efficaci). I cosmetici non sono farmaci (per legge riguardano soltanto la cute sana o i suoi annessi) tuttavia la loro scientificità diventa sempre più essenziale, la ricerca cosmetica fornisce un notevole impulso al settore e crea una collaborazione tra laboratori di ricerca universitaria e industriali. I confini con altre discipline si vanno assottigliando: ormai molti prodotti sono border line tra cosmetico e farmaco, in quanto sono in grado di curare o prevenire anomalie cutanee mentre assolvono precise funzioni estetiche. Nascono nuove esigenze e si cercano nuove soluzioni [ad es. lotta all’invecchiamento cutaneo (funzione idratante, emolliente, antirughe, antiradicalica, filtrante UV, esfoliante, depigmentante) e contro la caduta dei capelli, controllo della cosiddetta “cellulite”]: in questi casi il prodotto cosmetico richiede una complessa azione multifunzionale e la conoscenza dei processi biochimici che sottendono diverse anomalie estetiche. Pubblicità, forma, presentazione esterna del prodotto hanno grande importanza, ma la ricerca scientifica assume un peso sempre più determinante: primo obiettivo uniformare la produzione ad una normativa internazionale (diventata giustamente molto rigorosa) dal momento che le sostanze ad uso cosmetico (numero molto elevato) vengono in contatto con cute e mucose, svolgono un ruolo attivo e devono, quindi, essere garantite sotto il profilo della tossicità e delle reazioni allergiche (va assicurata la tutela del consumatore). Hanno subito un’evoluzione anche i modi attraverso i quali il cosmetico viene applicato: accanto alle formulazioni di tipo tradizionale si sviluppano nuovi sistemi arricchiti di sostanze veicolanti e di trasporto (liposomi, microsfere, ciclodestrine, microspugne); sistemi transdermici (patch) permettono un rilascio graduale di sostanze attive (è possibile reintegrare sostanze che diminuiscono fisiologicamente col passare degli anni). La cosmesi funzionale è protesa verso una ricerca incessante di nuovi principi attivi [ad es. in grado di controllare l’azione devastante dei radicali liberi o le alterazioni della pigmentazione cutanea (si cercano abbinamenti di sostanze note di origine naturale e sintetica per ottenere risultati rapidi e duraturi)] utilizzando nuove metodiche di studio riguardo i processi responsabili dell’invecchiamento cutaneo. Ogni anno vengono immessi sul mercato migliaia di prodotti contenenti nuove sostanze (molecole coperte da brevetto e soggette a regolamentazioni internazionali) che necessitano di documentazione riguardo funzionalità e tossicologia: il prodotto cosmetico può essere efficace nel prevenire (protezione) le alterazioni dell’organo cute mantenendolo in buono stato [parere espresso anni fa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riguardo la validità dei cosmetici nella prevenzione di patologie cutanee]; il Decreto legislativo 126/giugno 1998 prevede una precisa documentazione sull’efficacia dei prodotti cosmetici presenti nel mercato, nel Dossier (deve accompagnare obbligatoriamente ogni cosmetico, prodotto o importato nell’Unione Europea, e deve essere a disposizione delle autorità competenti per ogni prodotto finito) devono essere riportate "le prove degli effetti attribuiti al cosmetico medesimo qualora la natura degli effetti o del prodotto lo giustifichino”. Il futuro prevede una maggiore razionalizzazione degli ingredienti utilizzati, la messa a punto di metodologie scientifiche comparabili tra loro e protocolli operativi basilari per la valutazione dell’efficacia dei prodotti cosmetici, la standardizzazione delle terminologie relative all’efficacia. A livello internazionale è necessario trovare regole e linguaggi comuni per evitare l’accettazione di affermazioni che non trovano un valido riscontro scientifico e permettono la diffusione nel mercato di prodotti di dubbia utilità. Si riscopre l’etnobotanica (piante esotiche contenenti sostanze funzionali note alle tradizioni popolari di etnie e culture diverse). La cosmesi vegetale non esclude una cosmesi minerale: la ricerca del “naturale” e del “biologico” (in contrapposizione a derivati della chimica industriale) indirizza a ricercare utili proprietà di cristalli, lave vulcaniche, gemme preziose (diamanti). Le proprietà benefiche delle piante sono molteplici: una recensione sistematica dei derivati vegetali utilizzati in cosmetica ha permesso la creazione di un elenco secondo la funzionalità; l’aspetto negativo (comune a tutti i derivati vegetali) è rappresentato dalla variabilità della composizione in relazione a zona di raccolta e stagione dell’anno (l’industria cerca una composizione chimica qualitativa/quantitativa costante). Riguardo i minerali oggi esistono prodotti contenenti frammenti micronizzati in grado di agire sul metabolismo cellulare, pietre diverse dotate di proprietà riflettenti sono utilizzate per realizzare polveri colorate in forma “libera” nei prodotti da trucco. L’inserimento di ingredienti vegetali reclama un’attenta valutazione della loro sicurezza prima dell’ingresso nel mercato del prodotto cosmetico (esistono piante vietate nell’uso cosmetico, Cosmetic Safety Act 1989). Negli USA la valutazione della sicurezza dei cosmetici prima dell’immissione in commercio è affidata alle stesse industrie: se non è stato possibile convalidare in maniera adeguata la sicurezza del cosmetico o dei suoi ingredienti si deve riportare tale informazione sull’etichetta e avvertire che la sicurezza del prodotto non è stata determinata [dal 2003 il consumatore può segnalare alla Food and Drug Administration_FDA eventuali reazioni avverse da cosmetici]. L’attività del chimico cosmetologo formulatore si basa, ancora oggi, su tre aspetti fondamentali: approfondire il settore delle materie prime (ingredienti), assemblare varie classi di ingredienti per impostare una formula completa, redigere la formula in modo razionale. Il processo innovativo richiede strumenti e mentalità specifiche, il processo operativo rappresenta l’applicazione di un sistema consolidato e trainato da conoscenze pregresse [l’innovazione crea opportunità per il futuro, la catena approvvigionamento/ produzione/distribuzione genera valore nel breve termine]. Cosmetologia: scienza per sviluppare e immettere nel circuito del consumo prodotti cosmetici ottimizzati sotto il profilo della qualità intrinseca (innocuità, efficacia, gradevolezza, stabilità), conciliando la disponibilità di molteplici opzioni tecnologiche con l’affidabilità dei processi (Carla Scesa: Dialogo essenziale tra laboratori di ricerca universitaria e industriale).
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