Viviamo in un periodo nel quale sembra che ogni cosa che facciamo sia stata preparata, confezionata da manovratori occulti.
Appena alzati programmiamo la nostra giornata in funzione delle necessità familiari e lavorative, sulle quali interferiscono pesanti condizionamenti esterni, per soddisfare le aspettative dei "media". Ci sentiamo tenuti ad avere successo, a raggiungere obiettivi prefissati da una società prettamente consumistica cercando di vincere le debolezze e superare le paure e le angosce. Ma le energie concentrate nello sforzo di realizzarsi a tutti i costi sono destinate a fallire se non avremo il coraggio di interrompere il nostro lavoro frenetico.
A fine giornata, riflettendo su noi stessi, ci rendiamo conto che abbiamo controllato e "dominato" il nostro desiderio di sentirci "vivi" senza più nasconderci dietro le altrui emozioni. E in una riflessione più profonda scopriamo che il nostro desiderio più grande è di cominciare ad esprimerci e, conseguentemente, a realizzarci non soffocando più le nostre necessità espressive, il nostro potenziale creativo.
Non dimentichiamo che la creatività è in ognuno di noi, appartiene all'uomo da sempre, e da sempre aiuta l'uomo a costruire la sua personale filosofia di vita. Ma quando manifestiamo l'esigenza di esprimerci attraverso l'arte, a volte traspare negli altri una sorta di affettuosa, generosa accettazione come se la creatività fosse solo un momento compensativo a quello " più importante" che ci porta a fare delle scelte a ad assumere posizioni ideologiche.
Ci sono tanti modi per avvicinarsi all'arte: proviamo ad accostarci ad un museo, ad uno studio d'arte, ad un laboratorio; ma, a mio avviso, il mondo della ceramica è quello che più ci permetterà di entrare in contatto con noi stessi. Infatti, nella mia ormai lunga esperienza come ceramista e nel mio specifico interesse verso l'insegnamento di questa "materia", ho visto avvicinarsi al mondo della ceramica tantissime persone desiderose di comunicare qualcosa del proprio essere che non fosse basato solo sul linguaggio verbale, ma che privilegiasse le mani per raccontare di sé, della propria storia, del proprio mondo interiore.
E' sempre emozionante guardare un adulto mentre, per la prima volta, tocca l'argilla: razionalmente consapevole della storicità della materia e, allo stesso tempo sorpreso dalle nuove e straordinarie sensazioni che il primo contatto con essa può dare.
La creta è umida, è plastica, si trasforma, stimola tutti quei processi creativi insiti in ognuno di noi. Le mani si muovono intorno ad essa e, lentamente, danno forma ad una "idea" che è dentro di noi.
Ci sono persone che affrontano questo momento con manifestazioni molto diverse tra loro: alcune fuggono da ciò che vedono nella loro creazione spaventate dalle loro stesse, inconsce, verità; altre ne ridono perché colgono l'aspetto ironico, altre ancora si rilassano talmente tanto da cominciare a sbadigliare ininterrottamente…! Alcune, invece, riscoprono l'aspetto ludico, il piacere della scoperta che riporta all'infanzia.
E' comunque un momento prezioso, intimo, quasi magico, l'attimo in cui la propria creatività dà vita a qualcosa che parla per noi, rende visibile uno stato emotivo ed un inconscio a volte a noi stessi sconosciuto.
In questo testo introduttivo voglio accennare all'importanza della ceramica come strumento didattico e terapeutico, un argomento di grande rilevanza che costituisce anche la base di gran parte del lavoro da noi espletato nelle scuole e nei gruppi che formiamo…
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