Lo sviluppo dei sensi in ogni organismo inizia con il tatto, l'udito e la vista infatti si formano solo quando l'organismo si perfeziona. Attraverso le attività tattili i bambini esplorano il mondo circostante e imparano a riconoscere le proprietà fisiche delle cose; affinano in tal modo le abilità motorie indispensabili per un equilibrato sviluppo psicomotorio: processi di coordinazione oculo-manuale, lateralizzazione e abilità relative al conoscere, quali i processi di trasformazione dei materiali (la creta che si asciuga) e le loro specifiche proprietà (elasticità, peso, calore).
La psicomotricità è parte essenziale nello studio dell'età evolutiva e trova costante rapporto con i fenomeni dello sviluppo mentale. Infatti lo sviluppo motorio facilita lo sviluppo mentale, consentendo un'enorme estensione del campo di ricerca e di esperienza. La progressiva acquisizione delle capacità intellettive viene d'altro canto continuamente impiegata a perfezionare la migliore utilizzazione delle capacità motorie.
Lo sviluppo della manualità quindi è il centro da cui si diparte tutto lo sviluppo psicofisico dell'individuo, sviluppo regolato dalla cosiddetta legge di associazione psicomotoria, secondo la quale "un bambino che dopo i 3 anni presenta un livello ipoevoluto di psicomotricità è candidato non soltanto alla debilità motrice, ma anche a difetti intellettivi e caratteriologici, mentre un bambino che a 3 anni presenta una normale evoluzione psicomotoria lascia presumere un normale sviluppo mentale".
Se si osservano i fanciulli durante i momenti dedicati alle attività di manipolazione, si noterà che essi esternano attraverso il linguaggio le esperienze che compiono, le emozioni che provano. Talvolta il loro raccontare è rivolto a se stessi, appartiene ad una sfera fantastica tutta individuale ed il manipolare diviene un mezzo per immaginare situazioni e per dare significati diversi al materiale adoperato.
Si capisce perciò che l'uso della fantasia e dell'immaginazione ha un risvolto terapeutico, nel senso che esse consentono una fuga dalla realtà, in situazioni difficili. Questo non significa estranearsi dalla realtà, ma avere degli ambiti, degli spazi mentali e psicologici dove è possibile rassicurarsi e in cui si entra, ma da cui si può uscire in qualsiasi momento.
Spesso, quando il ragazzo riesce ad entrare profondamente nell'attività, ne esce felice e gratificato anche se il suo lavoro non assume una forma definita. Per questo è importante che nelle attività manipolative non venga data molta importanza al prodotto, ma ai processi creativi e immaginativi che il materiale stimola.
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