"... nonostante le grandi scoperte della scienza, l'uomo SANO rimane un mistero e l'uomo MALATO un mistero ancora più grande, sia da comprendere che da curare. La cura non deve essere diretta SOLO AL SINTOMO PATOLOGICO, ma alla malattia nella sua complessità ed ancora di più all'UOMO ammalato." (1)
Non si può trattare un organismo vivente come se fosse la somma dei suoi componenti: minerali, sali, proteine, enzimi e nemmeno della sua attività fisiologica... sarebbe come se volessimo scoprire il significato di un libro con le analisi dei materiali che lo costituiscono. (1)
Oggi spesso la terapia è diretta solo ai sintomi (febbre, infiammazione, dolore ecc.) ma, tutti sanno che esistono, sempre più numerosi e vari, gli effetti collaterali dei farmaci, che la reattività individuale e le reazioni difensive dell'organismo non sono nemmeno prese in considerazione. Ormai è noto che il sintomo è solo il segnale di un malessere dell'organismo, un campanello d'allarme che ci avvisa della perdita di quel delicato equilibrio che distingue l'uomo sano dall'uomo ammalato.
E' come se il padrone di un'auto ignorasse completamente, magari mettendosi i tappi negli orecchi, il suono della sirena d'allarme dell'antifurto!
Ogni tentativo che si limiti a bloccare il sintomo senza interpretarlo, non fa che indurre ulteriori fenomeni negativi ogni volta più profondi e vari, ogni volta meno interpretabili.
Insomma la soppressione dei segnali aggrava il processo patologico: (1) E questa male intesa interpretazione dei sintomi di malessere è sempre più diffusa, aiutata anche dai mass media, dove la febbre, dovuta, per esempio, ad un attacco virale di raffreddore od influenza, viene considerata una seccatura che fa perdere tempo e che quindi deve essere "azzittita" al più presto perché non interferisca con i normali ritmi di vita!
Ma la comprensione dei fenomeni in chiave energetica e la somministrazione di un altro segnale capace di ripristinare l'ordine, riporta al ripristino dell'equilibrio.
E questa è la base dalle cosiddette medicine complementari che, guidate da un antico sapere delle leggi naturali, mirano a ristabilire l'equilibrio biologico. Rimedi vegetali e medicine di sintesi non sono necessariamente in conflitto. Come insuperabilmente ha detto uno dei maggiori esperti odierni, il Dott. Piterà, medico e omeopata:"...Non esistono grandi farmaci e piccoli rimedi. Quando una sostanza ad effetto terapeutico risulta efficace, essa è sempre un grande farmaco."
E con questa filosofia dell'equilibrio è da ricordare che i rimedi usati in fitoterapia comprendono l'intero prodotto della pianta: l'utilizzo di principi attivi isolati da una pianta può avere infatti degli inconvenienti.
Il principio attivo separato da tutte le altre sostanze vegetali può causare effetti indesiderati dato che le altre sostanze contenute (le cosiddette sostanze inerti) hanno come compito quello di completare l'azione del principio attivo stesso. E a torto queste sostanze complementari vengono spesso chiamate "sostanze inerti", con una ovvia connotazione di superfluo!
E per citare sempre l'autore:
" Come se la natura in centinaia di migliaia di anni avesse avuto tempo da perdere a fabbricare sostanze superflue! "(1)
I rimedi naturali parlano la stessa lingua degli organismi animali o umani, possono "dialogare tra loro", si riconoscono come facenti parte della "stessa natura", riescono a riequilibrare senza indurre effetti collaterali, in maniera "naturale", spontanea. L'effetto terapeutico che si ottiene è quindi mirato ed adeguato.
Questo concetto dell'equilibrio inteso come salute fisica e mentale è d'altronde sempre stato conosciuto anche dalle medicine orientali, improntate ad una filosofia di vita; come dicono I Ching, testo sacro datato da millenni e solo da pochi decenni conosciuto in Europa:"....L'uomo saggio si subordina volontariamente ai cicli cosmici dell'universo e diviene padrone del proprio destino.... ".
Leggi il mio articolo sulla Fitoterapia
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